Milano 13 novembre 2023 – IGI Private Equity, SGR indipendente specializzata nell’investimento in capitale di società di piccole e medie dimensioni italiane, ha avviato nel corso del 2023 una collaborazione con Prometeia – primaria società di consulenza da anni attiva in ambito sostenibilità e private markets con un team dedicato – per valutare l’esposizione del proprio portafoglio investimenti ai rischi climatici.

L’accordo nasce dalla volontà di IGI di rispondere alla crescente attenzione a livello nazionale ed europeo in merito all’integrazione dei rischi ESG, in particolare quelli legati al clima e all’ambiente, nel modello strategico e operativo degli operatori finanziari. IGI, che ha integrato, sempre con l’aiuto di Prometeia, le analisi ESG nel proprio processo di investimento, ha dunque deciso di estendere l’assessment delle società in portafoglio anche ai rischi climatici, sia in fase di due diligence che di monitoring periodico.

Forte dell’expertise maturata nell’analisi settoriale e immobiliare, Prometeia applica al settore del risparmio gestito, in particolare al mondo degli investimenti in private assets, una modellistica articolata e completa per il climate risk assessment.

Il modello permette di valutare l’esposizione ai rischi climatici sia a livello di singola impresa che a livello aggregato di portafoglio sulla base di vari scenari futuri. Il modello prende in considerazione gli impatti derivanti sia dal rischio di transizione sia da quello fisico; da un lato sono analizzati i rischi associati a una transizione verso un’economia a minore impatto ambientale sul bilancio delle portfolio companies, dall’altro, l’esposizione dei singoli immobili delle società all’aumento, in termini di frequenza e dimensioni, di rischi ambientali come inondazioni, incendi e frane.

La presenza di un solido framework di data collection ESG ha consentito a IGI di valorizzare all’interno del modello di climate risk assessment i dati specifici delle singole società acquisite in relazione al profilo di emissioni e di consumi energetici. Questo consente anche di valutarne il posizionamento rispetto al settore di riferimento e di stimare, in diversi casi, il miglior posizionamento delle stesse imprese rispetto al benchmark settoriale.

Matteo Cirla, Amministratore Delegato e Responsabile di Sostenibilità di IGI Private Equity ha dichiarato: “IGI ha dedicato notevoli sforzi all’integrazione dei fattori di sostenibilità nei propri processi di investimento ma riconosce che le sfide ambientali e climatiche da affrontare sono in costante evoluzione. La crescita nella collaborazione con Prometeia rappresenta un passo importante in questa direzione, consentendoci di acquisire una migliore comprensione dei rischi climatici ai quali il nostro portafoglio è esposto e di gestirli in modo appropriato. In IGI siamo consapevoli di svolgere un importante ruolo di leadership nella transizione delle aziende in cui investiamo, non solo dimensionale ed organizzativa, ma anche a supporto di un percorso di sostenibilità. Riteniamo che la comprensione dei potenziali impatti climatici ci renda investitori più informati e responsabili.”

Per Claudio Bocci, Partner di Prometeia e Head of Asset Management: “Il tema dei rischi legati al cambiamento climatico sta assumendo un ruolo sempre più centrale nell’agenda del Regolatore Europeo e l’attenzione degli investitori istituzionali verso l’analisi di esposizione dei portafogli al climate risk sta crescendo rapidamente. Con l’adozione di questo framework di valutazione, già ampiamente riconosciuto nel settore bancario e dalle autorità di vigilanza, IGI si posiziona come best practice tra gli asset manager italiani di private markets.”

Gianmatteo Guidetti, Principal Prometeia e coordinatore del progetto ha riassunto così i principali benefici derivanti dall’adozione di un modello di climate change risk assessment: “Il modello adottato da IGI, oltre a rispondere direttamente alle raccomandazioni dei principali framework internazionali in materia ESG, rappresenta uno strumento robusto, in grado di identificare i principali rischi climatici cui un portafoglio è esposto e porre in essere azioni atte a prevenire impatti inaspettati sul business. L’utilizzo di questo strumento, in fase di due diligence, può inoltre supportare gli asset manager nell’individuazione di opportunità di investimento legate alla transizione verso un’economia a basse emissioni di anidride carbonica. Valutare l’esposizione ai rischi legati al clima consente infine di dimostrare e comunicare in modo efficace agli investitori il proprio impegno nell’identificazione e gestione di tali rischi.”